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Il piano nella partita a scacchi
Yudovich
Codice: 083
Spedizione entro 24-48 ore.

Copertina plastificata a colori

160 pagine
, 178 diagrammi

Prisma Editori
- 2003
ISBN 88-7264-083-0

Dimensioni (in cm): 14x22

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Come nasce il piano nella partita a scacchi? E abbiamo davvero bisogno di giocare in base a un piano articolato?
Dire che ne abbiamo bisogno è un eufemismo: il piano è assolutamente indispensabile ad ogni scacchista che intenda migliorare il proprio livello di gioco. Uno dei tratti distintivi e più attraenti degli scacchi sta proprio nel fatto che essi ci impongono di formulare delle previsioni. “Bisogna condurre le operazioni avendo preliminarmente presente un determinato scopo o un obiettivo di attacco. Muovere senza un piano altro non è che un’assurdità strategica”, ha scritto il grande Nimzowitsch.
Molti giocatori ottengono buone posizioni dall’apertura ma poi l’incapacità di formulare un piano li porta a vagare nel nulla oppure a inseguire obiettivi irraggiungibili. Eppure anche l’ultimo dei dilettanti affermerà che anche lui ha un piano, quello di dare matto al Re avversario. Proposito sicuramente apprezzabile, ma il suo non è un piano, è il fine ultimo degli scacchi e solo eventuali, grossolani errori dell’avversario consentirebbero di realizzarlo velocemente.
È un fatto innegabile che più un giocatore è debole, più farraginosi e aleatori sono i piani cui dà vita, avulsi dalla reale situazione sulla scacchiera. Solo dopo aver perso incomprensibilmente tante partite, poco alla volta arriverà a intuire che la vittoria può essere ottenuta solo se si concretizzano determinate condizioni, e che la battaglia che si combatte sulla scacchiera deve essere finalizzata a individuare tali condizioni e a portare avanti il piano strategico atto a concretizzarle.

Proprio alla pianificazione scacchistica è dedicato questo volume che fa parte della collana ‘Temi di Scacchi’. L’autore, con esempi scelti dal gioco vivo, insegna ad articolare il piano sulla base di una valutazione delle prospettive esistenti a medio e a lungo termine. Correda poi ogni capitolo con esercizi che il lettore è tenuto a risolvere prima di proseguire, se vuole davvero migliorare. In questa luce è di grande interesse l’ultimo capitolo dove, seguendo le indicazioni dell’autore, il lettore affronterà gli esercizi come fossero posizioni tratte da proprie ipotetiche partite sospese.




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