Page 16 - Il manuale dei finali
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Premessa
dal testo le mosse di risposta. Ovviamente, non è obbligatorio stu-
diare tutti gli esempi riportati in caratte- ri comuni o risolvere tutti gli esercizi: se però lo farete, la vostra conoscenza del- la teoria di base sarà più solida e preci- sa. Inoltre, lo studio individuale svilup- pa la capacità di calcolare le varianti con precisione e a lungo termine, una quali- tà questa necessaria ad ogni giocatore.
Analisi
Lavorando al volume, oltre al vasto ma- teriale raccolto in precedenza, ho utiliz- zato anche monografie sui finali scritte da altri autori. Ad una doverosa verifica è risultato però che molti finali – alcuni anche assai noti e presenti in numerosi manuali – sono male analizzati e erro- neamente valutati. Di conseguenza, qui e là sono stato costretto ad approfondire le analisi oltre ogni previsione: non era possibile fare diversamente. Sebbene l’assimilazione della teoria dei finali non sia un processo troppo impegnativo, l’analisi di particolari finali o il loro trat- tamento in partita, quando si ha poco tempo a disposizione, è un’attività mol- to più sofisticata e complessa. In com- penso, i lettori disporranno della versio- ne corretta di molti interessanti esempi, oltre a nuove analisi importanti per la teoria dei finali.
Presentazione del materiale
Il materiale è presentato in forma so- stanzialmente tradizionale, sulla base dei rapporti di forza presenti sulla scac- chiera. Per prima cosa vengono analiz- zati i finali di pedoni, poi quelli di pezzi leggeri, di Torre, ecc. Questo principio, tuttavia, non viene osservato in maniera
assolutamente rigorosa. Ad esempio, la sezione ‘Donna contro pedoni’ la trove- rete nel primo capitolo, così saprete orientarvi in alcuni taglienti finali di pe- doni.
Nel capitolo dedicato ai finali di pe- doni prenderete familiarità con concetti e procedimenti quali le ‘case corrispon- denti’, lo ‘sfondamento’, la ‘spallata’, importanti in molte tipologie di finali. A volte tali procedimenti vengono illustra- ti con ulteriori esempi con più pezzi sul- la scacchiera. Nel corso del libro incon- treremo altri esempi che ne fanno riferi- mento.
Alcuni capitoli, ad esempio quelli dedicati ai finali di pedoni e di Torre, sono particolarmente ampi, altri sono piuttosto contenuti, cosa questa che non riflette tanto l’importanza di un determi- nato tipo di finale, quanto la sua ric- chezza di idee e di posizioni precise, che vanno inserite nel sistema basico delle nozioni sui finali.
Il capitolo conclusivo è dedicato ai principi e ai procedimenti di ordine più generale relativi al trattamento dei fina- li, quali la posizione attiva del Re, lo zugzwang, la fortezza, ecc. Ovviamente nel libro se ne parla anche nei capitoli precedenti, ma si è sentita l’esigenza di ricordare brevemente e in parte riconsi- derare il materiale già esaminato.
Che cosa
non troverete nel libro
Come dice il poeta russo Kozma Prut- kov, è impossibile abbracciare l’infinito. Ho già indicato il criterio in base al qua- le ho selezionato il materiale. Veniamo ora ad altre autolimitazioni.
Mi sono basato sulla mia personale definizione di finale come stadio della
14 Mark Dvoretsky, IL MANUALE DEI FINALI


































































































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