Page 15 - Il manuale dei finali
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Premessa
l’inclusione di determinate idee e posi- zioni precise nel sistema delle cognizio- ni di base relative ai finali risponde a un criterio soggettivo – altri avrebbero pro- babilmente operato scelte diverse. Sug- gerisco comunque di non sottovalutare le informazioni riportate in caratteri ti- pografici specifici (UniverseConden- sed), dal momento che sono di notevole importanza. Avete ovviamente tutto il diritto di integrarle con le altre idee del libro riportate in caratteri comuni o che vi sono già note da altri testi, oltre a quelle che vi vengono dall’esperienza personale acquisita in torneo.
Consolidamento
del materiale studiato
Si fosse limitato ad uno stringato elenco di posizioni e di idee volte a fornire una conoscenza minima indispensabile dei fi- nali, questo volume sarebbe risultato piut- tosto sottile. Come vedete, non è così.
In primo luogo, i commenti non sono affatto stringati – non per niente avete tra le mani un manuale, non un reperto- rio. Un repertorio può limitarsi a indica- re la soluzione delle posizioni, un ma- nuale vi conduce invece passo passo a trovare la giusta soluzione, indicando le idee sulle quali essa si fonda.
In secondo luogo negli scacchi, come del resto in ogni altra sfera dell’esisten- za umana, per assimilare con sicurezza la teoria non è sufficiente una conoscen- za astratta del tema – bisogna anche esercitarsi sulla scacchiera. In ciò vi sa- ranno di aiuto i materiali aggiuntivi ri- portati in caratteri comuni.
Farete così conoscenza con istruttivi esempi che mettono in pratica le cogni- zioni teoriche appena apprese. Non sem- pre il legame tra teoria ed esempi con-
creti risulterà immediato ed evidente. A volte è molto difficile riconoscere mo- delli teorici familiari in una posizione complessa oppure capire quale delle idee studiate va utilizzata. In altri casi, all’opposto, una posizione potrà ricorda- re molto da vicino la teoria, mentre sarà vostro compito individuarne le differen- ze per quanto poco evidenti, e stabilire quale sia la loro influenza sullo svolgi- mento e sull’esito della lotta.
Alcuni finali pratici sono preceduti dal sottotitolo ‘Tragicommedie’. Si trat- ta di esempi di gravi errori commessi da giocatori di vario livello, talora anche molto forti. Ovviamente lo scopo non è quello di ridere di loro, nessuno è esen- te da errori; semplicemente servono a mettere in guardia contro l’ignoranza dei principi teorici elementari. L’espe- rienza ha dimostrato inoltre che esempi del genere tendono ad imprimersi nella memoria, favorendo così un migliore apprendimento delle idee che vi trovano espressione.
Condizione necessaria per una solida assimilazione del materiale è l’esercizio pratico, inteso come risoluzione di ap- propriati esercizi. Nel libro ne troverete un gran numero e di tipo diverso, ora fa- cili, a volte difficili. La soluzione di al- cuni è riportata subito, di altri la trove- rete alla fine del volume.
Ci sono anche esercizi destinati non all’individuazione dell’unica soluzione esistente nella posizione iniziale, ma ad un approfondimento pratico: vi sarà cioè richiesto di prendere una serie di decisio- ni coerenti. In casi del genere, la cosa mi- gliore sarebbe farsi assistere da un amico oppure da un allenatore (con l’ausilio del libro). Potete però giocare benissimo la posizione da soli, trovando in sequenza le mosse di uno dei due colori e ricavando
Mark Dvoretsky, IL MANUALE DEI FINALI 13


































































































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