Page 19 - Il manuale dei finali
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Capitolo 1
Finali di pedoni
I finali di pedoni sono molto particolari; basta anche la minima alterazione della posizione per mutare il tipo e l’esito del- la lotta. Qui i principi generali servono a poco ed è necessario calcolare con pre- cisione varianti concrete.
Ciò non vuol dire che lo studio di ta- li finali richiede la memorizzazione di posizioni precise, l’approccio giusto è l’assimilazione di procedimenti stan- dard che semplificano considerevol- mente la ricerca di una soluzione e il calcolo delle varianti.
Molti finali di pedoni sono, in buona sostanza, lotte all’ultimo sangue per la conquista di un tempo, dove la velocità è tutto. Quale pedone promuoverà per primo? Il Re arriverà in tempo a ferma- re il pedone passato o a raggiungere il lato opposto della scacchiera?
In altri finali di pedoni però prevale una guerra di manovra e lo zugzwang assume un’importanza preminente.
I finali ‘manovrati’ sono general- mente più complessi di quelli ‘rapidi’, ma noi cominceremo comunque dai pri- mi allo scopo di familiarizzare con il concetto importantissimo di ‘case corri- spondenti’. Passeremo in seguito a esa- minare le idee che caratterizzano i finali
‘rapidi’, per poi tornare nuovamente a quelli ‘manovrati’.
Case critiche
Si chiamano critiche quelle case la cui occupazione da parte del Re assicura la vittoria, indipendentemente dal posses- so del tratto. In altre tipologie di finali possiamo anche parlare di case critiche per pezzi diversi dal Re.
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La casa d5, nella quale si trova ora il Re, non è critica – con il tratto a disposizione, il Bianco non vince. Le case critiche so- no c6, d6 ed e6. Se il tratto è al Nero, que- sti deve arretrare con il Re, consentendo a quello avversario di portarsi in una del-
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