Page 36 - Il processo decisionale negli scacchi - comprendere il gioco dinamico
P. 36
CAPITOLO 1 MINSK 1979
la mia carriera, al Campionato tede- sco, quando Alexander Graf in posi- zione pari commise una svista e per- se la Donna. In un flash rividi Geller e compresi che dovevo fare come lui, la fortuna era dalla mia parte. All’ul- timo turno, il giorno successivo rovi- nai un po’ la mia posizione ed il mio avversario mi offrì la patta, che rifiu- tai sempre pensando a Geller. Dove- vo continuare a giocare! E subito do- po il mio avversario commise degli errori. Bisogna sfruttare il momento fortunato, è questo che ho imparato da Geller al campionato del 1979.
“In verità già al primo turno Gel- ler mi aveva impressionato. Sergey Dolmatov aveva giocato rapidamen- te, sicuro di poter pattare con il Ne- ro, un risultato obiettivamente più che decente. Geller, all’opposto, ave- va riflettuto a lungo e, come sua abi- tudine, era finito a corto di tempo. A partita conclusa si diede avvio all’a- nalisi, e Dolmatov prese ad osserva- re: ‘Qui posso giocare questo, questo oppure questo, ma ho scelto quest’al- tro’. E Geller: ‘Credi davvero di po- ter giocare così?’, e una dopo l’altra tirò fuori dal suo cilindro le più straordinarie confutazioni alle mosse che Sergey aveva suggerito. Niente di quello che Geller mostrava era ac- caduto in partita, che a dire il vero non era stata molto interessante, ma tutti pensammo che Sergey poteva ritenersi fortunato per aver intuitiva- mente giocato più volte l’unica mos-
sa che portava alla patta”.
Per coloro che non hanno la men-
te offuscata dall’età e sono ancora interessati ai numeri, mi permetto di sottolineare quanto segue. Nel 1979 Geller aveva 54 anni e per un decen- nio non aveva giocato nella squadra olimpica sovietica. Non era certo da dare per finito – il suo elo migliore lo aveva raggiunto nel 1976 con 2620 punti, che lo aveva fatto schizzare al- l’ottavo posto della classifica mon- diale. Nel 1979 continuava ad essere il Numero 28 del mondo, mentre Yu- supov era il Numero 128 e Dolmatov il Numero 45.
Mi piace ricordare questi dati, co- me mi piacerebbe che l’atteggiamen- to dei giovani d’oggi fosse quello di tentare di battermi costi quel che co- sti. Per decenni sono stato dato per spacciato, nel 1998 alcuni articoli erano addirittura giunti ad annuncia- re la mia fine.
Dopo aver perso il match dei Can- didati con Short nel 1991, scompagi- nai le aspettative di certuni. Presi a vincere, prima a Belgrado, poi con- divisi il secondo posto con Kasparov a Reggio Emilia 1991/92, dopo di che vinsi a Wijk aan Zee nel 1992. Fu allora che un giornalista mi confi- dò di aver pensato che dopo il match con Short fossi finito. Avevo allora 24 anni. Desidero precisare che si trattava di una persona molto amabi- le, che mi parlava con il cuore. Cre- do intendesse dire di aver pensato
34 IL PROCESSO DECISIONALE NEGLI SCACCHI COMPRENDERE IL GIOCO DINAMICO