Page 19 - Il processo decisionale negli scacchi - comprendere il gioco dinamico
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INTRODUZIONE
vantaggio di un pedone purché giocasse con un processore 286; i proponen- ti si sono subito dileguati.
La programmazione è molto migliorata, disponendo i programmatori di processori più veloci, il che non mi disturba, ma non vedo la ragione di umi- liare alcuni dei migliori scacchisti al mondo e rendere gli scacchi un gioco meno affascinante. Mi rendo conto che non è questa la loro intenzione, ma non c’è dubbio che hanno sottovalutato il problema. Ho ricevuto anche un’al- tra offerta, e quando ho chiesto se erano disposti a far giocare il computer senza un libro delle aperture, hanno risposto di no. Incalzati a spiegarsi, han- no ammesso che loro unico obiettivo era battermi in modo da aumentare le vendite del loro prodotto, aggiungendo che alla fine avrebbero trovato qual- cuno disposto a giocare alle loro condizioni.
Kasparov ha giocato alcuni match con i computer, ma non mi sono pia- ciuti. Danneggiano gli scacchi e interessano solo i media oltre che, in questo specifico caso, un giocatore con oltre 2800 punti elo che probabilmente sarà stato ben remunerato. Chi ama gli scacchi non mostra grande interesse per ta- li match; molti avrebbero preferito veder giocare Kasparov in una manifesta- zione al massimo livello.
Una veloce digressione generazionale
Non desidero affrontare qui il tema di qual è il modo migliore di imparare a giocare a scacchi, ma accennare invece brevemente alle caratteristiche della mia generazione e di quella più giovane. Una statistica che mi è capitata tra le mani ha evidenziato che l’età media dei dieci giocatori al vertice si attesta in- torno ai 31 anni, quella dei 25 giocatori sempre al più alto livello pure sui 31 anni e dei 100 al top, provate un po’ ad indovinare, ugualmente sui 31 anni.
Sebbene fosse solo una lista di rating, l’immagine che ne veniva fuori era sorprendentemente omogenea; mi sarei aspettato una maggiore oscillazione nell’età media. Oggi l’idea ricorrente è che gli scacchi diventano sempre più giovani, una tesi promossa da un certo numero di giocatori al vertice che si sono ritirati o stanno ritirandosi dal gioco attivo. Io però non credo che le co- se stiano così. Quando ho giocato il match contro Anand, egli era il Campio- ne del mondo più vecchio dai tempi di Botvinnik, ed io il più vecchio sfidante dai tempi di Korchnoi. Bisogna riandare agli anni anteguerra per trovare un’età media più alta. Oggi l’età media sarebbe molto più alta se molti gran- di giocatori non si fossero ritirati o non si fossero messi a girare il mondo al-
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