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Parte II - Programma di allenamento
nessuno di loro dovrebbe essere particolar- mente difficile da seguire. Credo poi che sia una buona idea strutturare il tempo che de- dicate agli scacchi, almeno in qualche misura: se riservate qualche ora all’allenamento e du- rante quel tempo tenete spento il cellulare e disattivate la connessione a Internet, rimane- re concentrati sarà molto più facile, non solo perché avrete meno distrazioni, ma anche perché vi siete prefissi uno scopo ben preciso. Lo stesso vale per altri aspetti del gioco. Quando la mia scarsa concentrazione du- rante la stesura del libro è diventata fastidio- sa, ho buttato via il cellulare e ho preso l’im- pegno di non leggere i notiziari su Internet. Da allora è passato quasi un anno e sono ancora irraggiungibile telefonicamente, ma il libro l’ho finito.
Un programma di allenamento
Circolo: Kristiansund SK Nato nel: 1999
MI nel: 2013
Tari ha imparato a giocare a scacchi all’età di cinque anni, guardando suo fratello mag- giore giocare con suo padre. È arrivato quin- to ai Campionati mondiali giovanili 2010 e quarto nel 2011. Io ho iniziato ad allenarlo nel 2012. Al Campionato norvegese open del 2013, Tari ha realizzato la sua prima norma di GM a soli 13 anni.
Nel 2012, quando ho iniziato ad allenare Aryan Tari, una delle sue domande più im- portanti era cosa fare durante l’allenamento quotidiano. La cosa più importante la stava già facendo: giocare in torneo contro av- versari forti. Tari giocava più di 200 partite ogni anno, ma quando si allenava a casa non era particolarmente organizzato.
Io ritengo che i metodi di allenamento più importanti siano cinque. Quattro di essi hanno un capitolo a loro dedicato.
L’elenco degli errori (come analizzare le partite) Le vostre partite sono il segreto per scoprire quali punti deboli avete e di cosa avete biso- gno per migliorare. Ecco perché il metodo di allenamento più importante è analizza- re le partite giocate, e senza aiutarsi con il computer.
Aryan Tari ha iniziato a commentare ab- bondantemente le sue partite e abbiamo creato anche un suo “elenco degli errori”, in cui ogni sbaglio viene documentato e in- quadrato nella categoria appropriata. Credo sia possibile evitare molti errori diffusi sem- plicemente accorgendosi di commetterli: se capite che spesso sopravvalutate i pedoni passati, in futuro sarete più attenti prima di fare lo stesso errore.
Tari si è accorto che prestava il fianco a molte combinazioni, anche se gli capitava raramente di non vedere le sue. Nel tor- neo successivo ha dedicato deliberatamente più tempo alla ricerca delle combinazioni dell’avversario.
Il metodo del picchio
Probabilmente è la tattica a decidere la mag- gior parte delle vostre partite. Almeno nel mio caso è sicuramente così. Eppure sono pochi i giocatori che si esercitano sistema- ticamente nel risolvere esercizi di tattica. Credo che questo dipenda dal fatto che si tratta di una tipologia di allenamento meno gratificante di altre, perché non è possibile esprimere a parole ciò che si impara. Pur- troppo si tratta di una caratteristica insita nella natura umana.
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