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sono cattivi: ha iniziato il Nero minaccian- do 5...Eh4+ 6.g3 Bxg3 e l’avversario ha parato la minaccia.
5...Bc6 6.Bc3!
Nella Hillarp Persson–T.Ernst, Campionato svedese 2004, si ebbe 6.Cg5 Ce7 7.Cxe7 Exe7 8.Bc3 0–0 9.g4 Bg7 10.f4 d6 11. exd6 Eh4+ 12.Bf2 Cxg4 13.dxc7 e il forte ritardo di sviluppo del Bianco dà al Nero compenso a sufficienza per i due pedoni.
6...Bxe5 7.Cg5
Dopo aver restituito il pedone, il Bianco attacca la donna nemica. Se ora 7...Ce7 8. Cxe7 Exe7 9.Bd5 il Bianco centralizza il cavallo con guadagno di tempo.
7...f6 8.Cc1 d6
Avevo calcolato 8...Bxc4 9.e4 Bb6 ma sen- za riuscire a raggiungere una valutazione, così ho deciso di essere prudente. Di solito cerco di giocare la mossa che considero mi- gliore, ma in questa situazione mi sentivo già sotto grande pressione psicologica.
9.Bf2 Bxc4
Rimpiangendo la decisione presa una mossa prima, ho pensato: «devo forse comportar- mi da vigliacco solo perché l’avversario mi ha colto di sorpresa?» e ho preso il pedone senza calcolare nulla.
sibile, come se tutto stesse andando secondo i piani, ma dopo qualche minuto ho messo la testa a posto e mi sono deciso ad abban- donare. Inutile dire che la sera della partita non è tra le più piacevoli che io ricordi.
Questa partita, molto breve, è commentata dall’inizio alla fine quasi ad ogni mossa. In generale, però, nel libro mi sono concentra- to sulla fase di gioco rilevante per i nostri scopi. Non ritengo interessante riportare l’intera partita, comprese le mosse giocate molto prima della posizione critica e quel- le successive alla spiegazione che mi preme sottolineare, ma in qualche caso le ho ripor- tate comunque a beneficio dei lettori più curiosi, lasciandole però senza commenti. In questo modo resta più spazio disponibile per discutere i frammenti più interessanti. La sconfitta di Lvov è il mio antidoto contro la tentazione di prendere troppo sul serio me stesso e tutto ciò che riguarda gli scac- chi. Come potrei, una volta dimostrato che sono capace di perdere una partita di torneo in dieci mosse?
Se in questo libro ho usato molti esempi tratti dalle mie partite o da quelle di ami- ci ed allievi, è solo perché sono quelle che conosco meglio e, chiaramente, perché ri- tengo siano esempi utili. In effetti molte delle mosse che esamineremo sono errori brucianti, come nel primo caso.
Ci sono temi per i quali non ho trovato esempi adatti e ho preferito creare io stesso le posizioni utilizzate: in quei casi ho cerca- to di realizzare scenari che rappresentassero situazioni plausibili nel gioco pratico.
La controindicazione più grande quando si gioca spesso a scacchi è che si finisce inevi- tabilmente per dimenticare molte belle par- tite. La miniatura persa contro Oleksienko non è tra queste, e non è neppure facile da dimenticare! Credo però che gli errori com- messi in quell’occasione mi aiuteranno a spiegare tre principi generali che ci accom- pagneranno fino alla fine del libro.
dmckfiMj
gagMmMma
MmMgMgam
mMmMmMmb
MmbmMmMm
mMHMmAmM
AGMmAHAG
JMIELCmD
10.Ea4+ 1–0
Alla vista di questo scacco ho fatto del mio meglio per mantenere un’espressione impas-
10